Noi sticazzisti l’aspettavamo con ansia e finalmente, da oggi, possiamo trovarlo in tutte le librerie: Il metodo Sticazzi in cucina, l’ultimo nato della prolifica famiglia Sticazzi, i cui fieri genitori sono l’autrice Carla Ferguson Barberini e Imprimatur Editore.
Chi sono gli sticazzisti? Aguzzate la memoria, ne ho parlato tante volte!
Lo sticazzista è una creatura superiore che vive e lascia vivere, e allo stesso modo mangia e lascia mangiare, evitando con cura di essere mangiato.
Sì perché lo sticazzista non è un fatalista e neppure un nichilista;
Il vero sticazzista vuol gustare il meglio della vita con il minimo “sbattimento”, e quando uso il verbo gustare ovviamente mi riferisco anche al cibo.
Per riassumere lo sticazzista vuole mangiar bene, qualunque cosa significhi per lui.
Per alcuni mangiar bene vuol dire ingollare qualsiasi cosa riporti la scritta BIO sulla confezione (fate attenzione al BIO presto!), per altri ordinare il menù deluxe del Mac Donald con tanto di sorpresina, per altri ancora pranzare dalla prozia rincoglionita che cucina tradizionale e genuino, salvo confondere la gelatina col gerovital.
Lo sticazzista accetta ogni tendenza culinaria senza pregiudizi, l’importante è che il cibo sia semplice da preparare, buono da consumare e agevole da assimilare.
E poi, se il suo soufflé si sgonfia, la frittata si attacca e la pasta s’incolla… Sticazzi! Lui ci ha provato, e probabilmente si è anche divertito!
“In definitiva, cari sticazzisti, ricordate sempre di non puntare mai troppo in alto, ma nemmeno troppo in basso.
Ponderate le vostre priorità, assaporate il coraggio con cui vi siete lanciati nella preparazione di un pan di Spagna e, soprattutto, reinventate la torta di compleanno di vostra figlia se il suddetto pan di Spagna si è affossato così tanto che dovrebbe essere ricollocato nei Paesi Bassi. Con un (bel) po’ di panna spray, tutto riacquista volume”.